In una sera d’inverno

Una sera d’inverno,
ti accorgi.
È stato l’odore del freddo.
O il profumo di legna bruciata nell’aria.
Lo sapevi.
O forse no.
Hai pianto perché sei rimasta sola.
Perché c’era troppa gente.
Hai pianto perché non c’eri.
Perché c’eri.
Perché hai un ricordo.
Perché non hai un ricordo.
Il dolore del tempo già passato.
Quello del tempo che resta.
Le ferite che hai inferto.
Senza volerlo. O per rabbia.
Le ferite che hai subìto.
Per trascuratezza di chi avrebbe dovuto esserci.
Perché c’era chi avrebbe dovuto trascurarti.
Benedetto quel giorno. Solo dopo.
Che giorno infausto. Proprio.
È stato il destino.
Il destino non esiste.
Una fatalità.
Le fatalità non esistono.
Il dolore ha tanti genitori.
Ne ha uno solo,
ed è un’assenza.

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